LE
CER E LE LORO ANTENATE
Cos’è
una CER?
Una
comunità energetica rinnovabile (CER) è un soggetto giuridico i cui
soci o membri con potere di controllo all’interno della CER possono
essere cittadini, piccole e medie imprese (per le quali la
partecipazione alla CER non costituisca l’attività commerciale e
industriale principale), enti territoriali e autorità locali,
incluse le amministrazioni comunali. Alla base di una CER c’è il
principio di aiuto reciproco e quello di unione delle forze per
perseguire un obbiettivo comune.
Qual
è l’obiettivo di una CER?
L’obiettivo
principale di una CER è quello di fornire benefici ambientali,
economici e sociali ai propri membri o soci e alle aree locali in cui
opera, attraverso l’autoconsumo di energia rinnovabile.
Le
grandi imprese possono far parte di una CER?
No,
le grandi imprese non possono essere membri di una CER ma possono far
parte di un gruppo di autoconsumatori rinnovabili.
IN
PASSATO
In
passato spesso è accaduto che gruppi di persone si aggregassero per
aiutarsi reciprocamente e per perseguire un obiettivo comune,
seguendo proprio la logica che è alla base delle CER, anche se si
trattava di obiettivi di carattere politico. Abbiamo deciso di
approfondire questi tre casi:
Le
origini dei comuni italiani medievali
La
Comune di Parigi
Le
comunità rurali anarchiche di Makhno
LE
ORIGINI DEI COMUNI ITALIANI
L'età
comunale indica un periodo storico del Medioevo, contraddistinto dal
governo locale dei comuni, che riguardò alcune aree dell'Europa
occidentale, tipicamente l'Italia settentrionale e centrale, e
(seppure con caratteri peculiari) altre aree d'Europa.
Il
comune medievale era nel Medioevo una struttura politica che tutelava
gli interessi degli abitanti di una città, spesso in
contrapposizione con gli interessi del sovrano o del signore della
città stessa. Ne facevano parte i cittadini maschi, maggiorenni,
cristiani, che possedevano almeno la casa in cui abitavano e che
pagavano una quota di denaro alla cassa.
Il
governo del comune era basato su un Consiglio generale cittadino che
eleggeva dei magistrati, detti consoli, incaricati della reggenza.
All'interno di questo organo collegiale le deliberazioni erano
considerate valide in virtù di un corretto sviluppo della procedura,
come la convocazione dell'assemblea in presenza di un numero minimo
di cittadini appositamente nominati e la verbalizzazione delle
decisioni. Nei comuni centro-settentrionali si afferma la figura
dell’intellettuale-cittadino, che partecipa attivamente alla vita
politica del Comune, riveste cariche pubbliche e vive con trasporto
le tensioni, le avversioni e i conflitti. Questo personaggio non vive
dell’attività da scrittore, ma l’affianca all’esercizio di
altre professioni. Non di rado, quindi, l’intellettuale è anche un
uomo di legge, un giudice e un notaio, in possesso di un sapere
giuridico ma anche retorico. Le persone che facevano parte dei comuni
si ponevano un obiettivo comune. Questo obiettivo era quello di
creare un governo indipendente dall'Imperatore e dal Papa; questo
governo voleva essere anche più attento alle necessità cittadine,
concetto non affatto scontato all'epoca. L' età comunale può essere
considerata un esempio di autogestione nell'età medioevale.
LA
COMUNE DI PARIGI
Dopo
le sconfitte nella guerra franco-prussiana, il 4 settembre 1870 il
popolo di Parigi proclamò la Repubblica, sperando in riforme sociali
e nella continuazione del conflitto. Tuttavia, il governo provvisorio
deluse le aspettative, e l’Assemblea nazionale, eletta l’8
febbraio 1871, impose la pace e minacciò il ritorno della monarchia.
In risposta, il 18 marzo Parigi insorse, cacciando il governo Thiers,
che tentava di disarmarla, e il 26 marzo istituì un proprio governo,
abolendo il parlamento.
Così
Parigi dà vita a un’esperienza rivoluzionaria di autogoverno
cittadino e al primo governo socialista della storia
Simbolo
della Comune divenne la bandiera rossa. Furono abolite le forze
armate permanenti e i cittadini vennero armati. Si istituì un
sistema di istruzione laico e gratuito, mentre magistrati e
funzionari pubblici divennero elettivi e revocabili. Inoltre, sia i
membri del Consiglio della Comune che i dipendenti pubblici
ricevevano stipendi equiparati a quelli degli operai.
La
Comune di Parigi fu un’esperienza di autogestione di ispirazione
socialista libertaria (cioè, seguendo le idee di Marx e Bakunin) che
governò la città di Parigi dal 18 marzo al 28 maggio 1871. Viene
ricordata come la prima grande esperienza di autogoverno nella storia
contemporanea.
I
combattimenti ebbero inizio nei primi giorni di aprile e culminarono
il 21 maggio, quando l’esercito guidato da Mac-Mahon riuscì a
entrare a Parigi, ponendo fine alla Comune. Nei giorni successivi,
durante la semaine sanglante (settimana sanguinosa), le
truppe governative massacrarono almeno 20.000 parigini coinvolti
nella rivolta.
La
comune Parigina si poneva l’obiettivo di liberare la città, e poi
l’intera Francia, dal governo oppressivo di Napoleone III e
dall’invasore tedesco, e creare un governo indipendente che
garantisse più libertà e sicurezza ai cittadini, come anche
un’assistenza medica e un’istruzione gratuite e laiche.
Secondo
il nostro giudizio la comune Parigina è un coraggioso esempio di
autogestione che tutti dovrebbero seguire.
LE
COMUNITA’ RURALI ANARCHICHE DI MAKHNO
1.
Origine e fondazione dell’Armata Nera
Nestor
Makhno, leader anarchico ucraino, creò l’Armata Nera per
organizzare le campagne dell’Ucraina contro le autorità centrali,
sia bolsceviche che zariste. Il suo obiettivo era costruire una
società senza uno Stato, basata su principi anarchici e un’economia
agricola cooperativa, dove la terra fosse condivisa equamente tra i
contadini. Tentò di applicare i principi espressi dal filosofo
Mikhail Bakunin nella sua opera “Stato e anarchia”.
2.
Autogestione e organizzazione delle comunità
Le
comunità makhno viste erano autogestite, con decisioni collettive
prese dai contadini e lavoratori locali. La terra veniva
redistribuita, abolendo il latifondismo e creando cooperative
agricole per garantire una gestione collettiva dei beni comuni e una
distribuzione equa delle risorse, oltre che per assicurare il mutuo
aiuto.
3.
I principi anarchici
Le
comunità erano costruite sui principi anarchici, rifiutando ogni
forma di governo centralizzato o autoritario. Non c’era un potere
superiore, ma l’auto gestione: le persone prendevano decisioni
democraticamente a livello locale, e la produzione agricola era
collettiva, senza sfruttamento. Ciò che veniva prodotto era
distribuito equamente. Makhno rifiutava sia i bolscevichi che lo
zarismo, che cercavano di imporsi con il loro controllo.
4.
La Guerra Civile Russa e l’isolamento
Durante
la Guerra Civile Russa, l’Armata Nera si trovò in una posizione
difficile, circondata dalle forze bolsceviche e bianche, entrambe
ostili al movimento anarchico. Nonostante l’iniziale alleanza con i
bolscevichi contro i bianchi, i primi alla fine cercarono di
sopprimere l’esperimento anarchico. Makhno e i suoi soldati erano
isolati, combattendo contro due poteri autoritari.
5.
La fine delle comunità anarchiche
Nel
1921, dopo anni di lotte, le comunità anarchiche di Makhno vennero
distrutte dai bolscevichi, e Makhno fu costretto all’esilio.
Nonostante la fine di questo esperimento, la sua esperienza resta un
punto di riferimento per il movimento anarchico, che ancora oggi
guarda a queste comunità come esempio di autogestione e lotta contro
l’autorità. Le
idee di Makhno restano comunque un simbolo per i movimenti libertari
e anarchici, che vedono nella sua esperienza un tentativo di
applicare i principi dell’anarchia a una società contadina.
Makhno
voleva l’indipendenza dall’unione sovietica e dal regime
comunista.
Secondo
noi Makhno voleva creare una società in cui le persone fossero
libere e non controllate da un governo o da un regime autoritario.
Credeva nella collaborazione tra i contadini e nella redistribuzione
delle risorse. Tuttavia, le sue idee erano difficili da realizzare
durante la guerra civile, quando tutti lottavano per il potere. Anche
se il suo progetto è fallito, le sue idee ispirano ancora chi cerca
un mondo senza autorità oppressive.
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